Un necrologio per annunciare la morte del comune di Acquaformosa. E' questa l'ultima provocazione che Giovanni Manoccio lancia ai politici nazionali.
La sua voce si alza in solitudine per denunciare le conseguenze dell'eccesso di pressione fiscale sui piccoli paesi. Acquaformosa, quindi, diventa per merito del suo sindaco il simbolo di un fenomeno che ha come principale conseguenza l'erosione e lo spopolamento di tanti piccoli paesi montani.
Questo il testo del manifesto:
“Acquaformosa è morta, all'età di 510 anni, per assassinio premeditato” inizia il manifesto. “I mandanti sono il governo Berlusconi, il governo Monti e il governo Letta” continua.
“Il Sindaco, nel dare la triste notizia, informa i cittadini che, con l'applicazione della Tares, si pagherà oltre il 100% di aumento per il servizio di Igiene Urbana, nonostante da 8 anni si effettua la raccolta differenziata 'porta a porta'. Inoltre, con l'applicazione del Patto di Stabilità, il Comune dovrà trovare risorse aggiuntive per un ammontare di 110.000 euro. In virtù di ciò, ogni cittadino dovrà pagare circa € 200,00 in più rispetto all'anno precedente, con situazioni insostenibili per le famiglie numerose. Mentre Lor Signori 'ridono e fottono', i nostri Paesi muoiono per eutanasia istituzionale. I funerali avranno luogo il giorno dell'approvazione del Bilancio. Si dispensa dalle visite, soprattutto quelle di Deputati, Senatori e Consiglieri Regionali”.
“Non fiori, ma proteste e indignazione” è la chiusura del pezzo, con tanto di firma del sindaco Giovanni Manoccio.
La provocazione di Giovanni Manoccio arriva sulle pagine di "la Repubblica". Pianificata, inoltre, una manifestazione a Roma a piazza Montecitorio con i sindaci dei comuni di Cerzeto, Civita, Frascineto e San Basile.