La posta in gioco è molto alta, nulla va sottovalutato, la parentesi storica che viviamo rappresenta per noi arbëreshë il momento cui, “fare”, significa “non morire”.
L’odierno palcoscenico rappresen
- Scritto da Francesco Godino
- Categoria: Santa Sofia d'Epiro - Shën Sofia
Nel mese di maggio ricorre solenne, con cadenza annuale nella mia comunità, la festività maggiore che la riguarda, dedicata ad una delle figure più eminenti della Chiesa universale: Sant’Atanasio, Patriarca della gloriosa Alessandria d’Egitto, Colonna della Chiesa, definito dalla patrologia “il Grande”. San Girolamo disse di lui: il mondo man mano stava abbracciando la cattiva dottrina di Ario, ma lo stesso mondo, in quel tempo, conobbe il glorioso Atanasio, la pienezza della sapienza ispirata da Dio, e Ario ed i suoi seguaci furono travolti…
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- Scritto da redazione di Jemi
- Categoria: Comuni a più paesi
Durante la settimana dei morti, secondo le nostre usanze, si gira per
le case a chiedere la “picihudra”, cioè qualcosa da mangiare per le
anime dei defunti.
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- Scritto da Donato M. Mazzeo
- Categoria: Barile - Barilli
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- Scritto da Francesco Godino
- Categoria: Santa Sofia d'Epiro - Shën Sofia
Quest’anno al Festival Internazionale di Argirocastro “Argjiro 2008” ha preso parte anche il gruppo folk delle Shqiponje di Santa Sofia d’Epiro. Argirocastro è una stupenda cittadina al sud dell’Albania, al confine con la Grecia, patrimonio universale Unesco.
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- Scritto da dal sito www.ungra.it
- Categoria: Lungro - Ungra
E t’Enjtezin e Madhe e Krishti pir ne pinxoj
M'i mbiodh apostolit oj se gjith' kat mi mbitonj'
E par se t’mi mbitonei e tha gjith’ ju kimnëje bes’
Shin Pietri m’e nigoi oj se njetir kat e shes
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- Scritto da Vincenzo Cilluffo
- Categoria: Contessa Entellina - Kundisa
Contessa Entellina, uno
dei primi paesi fondati dagli Albanesi in Sicilia (1450), vive la sua
quotidianità come tutti i piccoli centri meridionali.
L'agricoltura, il piccolo
artigianato, le rimesse degli emigrati e le pensioni degli ultrasessantenni
sono le sue fonti di reddito.
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- Scritto da Kikina Martino
- Categoria: Firmo - Ferma
A Firmo, un tempo si seguiva molto la Quaresima, ma
secondo il rito romano, e il mercoledì delle ceneri si fabbricava una bambola
di stracci, di circa 50 centimetri, che veniva vestita con i vestiti
giornalieri della donna in lutto, una sottavesta, o «kandush» nera, la «linja»
o camicia bianca senza merletto e il giubbetto nero di lana, oppure con la
«camicia», una specie di camicetta di colore molto scuro, e il grembiale nero,
e un fazzoletto nero in testa. A questo pupazzo si legava una corda di
lunghezza variabile, generalmente di un metro, alla cui estremità era fissata
una patata su cui si appuntavano 40 penne di gallina, uno per ogni giorno di
Quaresima, e si strappava ogni giorno una penna, una specie di calendario
quaresimale.
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