8 Si è tenuto venerdì 1 settembre 2006, presso la Sala consiliare del Comune di Spezzano Albanese (Cs), un importante convegno culturale che ha preso spunto dalla presentazione della ricerca di Pierfranco Bruni dal titolo "Tracciati Arbëreshë per viandanti - Tra Girolamo De Rada ed Ernest Koliqi". Il volume, pubblicato dal Comitato Nazionale Minoranze Etnico-Linguistiche in Italia - Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si presenta come risultato del Progetto-Pubblicazione su "Il valore etnico e la letteratura", ovvero: «Scrittori e viaggiatori stranieri. Alla ricerca delle diversità etniche in Italia. Letterature a confronto», di Pierfranco Bruni.
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Si è tenuto venerdì 1 settembre 2006, presso la Sala consiliare del Comune di Spezzano Albanese (Cs), un importante convegno culturale che ha preso spunto dalla presentazione della ricerca di Pierfranco Bruni dal titolo "Tracciati Arbëreshë per viandanti - Tra Girolamo De Rada ed Ernest Koliqi". Il volume, pubblicato dal Comitato Nazionale Minoranze Etnico-Linguistiche in Italia - Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si presenta come risultato del Progetto-Pubblicazione su "Il valore etnico e la letteratura", ovvero: «Scrittori e viaggiatori stranieri. Alla ricerca delle diversità etniche in Italia. Letterature a confronto», di Pierfranco Bruni.
La manifestazione spezzanese ha goduto dell'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, del Patrocinio del MiBac e di quello del CoNaM, nonchè del patrocinio del Comune di Spezzano Albanese, come ha ricordato lo stesso sindaco della comunità arbëreshe ospitante, Ferdinando Nociti, intervenuto per i saluti ufficiali durante la serata del 1° settembre.
Da segnalare, inoltre, che la manifestazione di Spezzano è stata resa possibile grazie all'accurata fase organizzativa messa in atto dall'Associazione culturale MeEduSA di Spezzano, la quale si anche avvalsa della collaborazione del Portale web FuscaPoesia.it.
All'evento spezzanese, unica tappa in Calabria della presentazione del libro di Bruni, hanno preso parte illustri studiosi e ospiti, che hanno disquisito sul testo in oggetto con relazioni dotte e significative. I lavori della serata sono stati coordinati egregiamente dalla giornalista Raffaella Salamina, che nella sua relazione introduttiva è entrata nel merito della questione offrendo ai presenti diversi spunti di partenza per affrontare al meglio la lettura della ricerca prodotta da Pierfranco Bruni. Ad aprire le relazioni in programma è stato il professore Pio Rasulo, titolare della cattedra di Estetica all'Università di Lecce. Questi ha proposto al vasto pubblico che affollava la Sala consiliare alcune potenziali chiavi di interpretazione del libro, soffermandosi su una delle immagini più care all'autore, ossia quella del "viandante". L'altro concetto che Rasulo ha voluto affrontare durante il suo discorso è stato  quello del "viaggio": riferendosi a quanto già affermato dalla stessa Salamina, Rasulo ha tracciato idealmente i momenti salienti della ricerca di Bruni, evidenziandone i tratti più marcatamente riferiti all'Arberia e al "viaggio" offerto dai due scrittori che danno il titolo al testo, De Rada e Koliqi.
Successivamente è stata la volta della ricercatrice Teresina Ciliberti, che ha iniziato la sua relazione parlando di Bruni prima come uomo e poi come scrittore. Ricordando qualche aneddoto riferito ai tempi della scuola (la Ciliberti è stata insegnante dello steso Bruni), la studiosa di Spezzano ha voluto fare il punto sulle tante pubblicazioni di Bruni, affermando che, per capire bene l'intento letterario dello scrittore originario di San Lorenzo del Vallo (Cs), bisognerebbe conoscerne tutta l'opera. «La letteratura come viaggio che poggia sul sentimento del ritorno», con questa frase la Ciliberti ha sintetizzato il "Bruni-pensiero", sottolineando come «la letteratura deve dare a chi legge il senso del sogno e di recupero del mito». Ancor prima che di "mediterraneità", la ricercatrice ha poi posto l'attenzione sul Mediterraneo in sè, altro aspetto molto caro a Bruni, affrontando il tema del riappropiamento delle radici e del senso di appartenenza ad un popolo.
A seguire ha relazionato sul tema l'ispettore del Ministero della P.I. Francesco Fusca, il quale ha subito posto l'accento sul fatto che Bruni non si occupa solo della cultura arbëreshe ma, bensì, cura nel suo operato tutte le 12 Minoranze etniche d'Italia. Riprendendo poi il concetto espresso dalla Ciliberti, Fusca ha sostenuto la necessità di allargare la visione a tutta l'opera culturale che Bruni svolge dagli anni Settanta per capire in modo più profondo gli obiettivi che lo stesso autore si è posto. Soffermandosi poi sui contenuti del libro e leggendo in merito una relazione, l'ispettore del Ministero P.I. ha fatto anche riferimento all'importanza della Legge 482, normativa che tutela Minoranze linguistiche in Italia.
Prima delle conclusioni, affidate allo stesso autore di "Tracciati Arbëreshë", hanno anche portato la loro testimonianza, intervenendo nel dibattito, l'antropologa Maria Zanoni, vicepresidente CoNaM; il direttore di Jeta Arbëreshe Agostino Giordano, il poeta Placido Bonifacio e il direttore di Arbitalia.it nonché esperto di cultura arbëreshe Pino Cacozza.
Pierfranco Bruni ha ringraziato tutti presenti per la calorosa e folta presenza e poi è entrato nel merito della discussione, partendo proprio da qualche passaggio delle relazioni ascoltate. Bruni ha ripreso da subito il tema del Mediterraneo e delle tre "M" (Mare, Madre e Morte), «tre elementi che sono dentro alla nostra cultura e alla nostra letteratura». Egli ha poi proseguito sostenendo la necessità primaria di guardare proprio attraverso il Mediterraneo a tutte le Minoranze nel complesso, così da tutelarle e garantirne la sopravvivenza. Le conclusioni "a voce alta" dello scrittore calabrese hanno poi toccato lo stesso suo modo di concepire la letteratura, vista come «una realtà che entra dentro una teologia del viaggiare» e non come «cruda rappresentazione della realtà». E ancora, commenta Bruni: «Lo stesso De Rada viaggiava attraverso la nostalgia del mito di una terra e di una patria che non si può più avere e che ormai vive solo nella sua anima». Bruni ha poi spaziato dal paragone dei miti di Enea e Skanderberg, fino al suo personale concetto di cultura intesa come "circolazione dell'esistere", passando attraverso una rapida rielaborazione di come è nata la sua passione verso la Minoranze etniche e di come si sono sviluppati gli studi successivi sul tema.
A fine serata ha preso la parola uno dei due organizzatori dell'evento, Emanuele Armentano, che ha ringraziato i relatori intervenuti ed ha salutato tutti i presenti in Sala.

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