Il Meneo di settembre (ed. di Roma 1888) per il 14 settembre ha questa rubrica iniziale: "Esaltazione universale  della preziosa e vivificante Croce"-Inoltre aggiunge: " Dormizione del nostro Santo Padre Giovanni Crisostomo arcivescovo di Costantinopoli. A causa  della festa della esaltazione della Croce questa memoria è rimandata al mese di novembre"
.

 Il 14 settembre si celebra la universale esaltazione della preziosa e vivificante Croce" .Un gesto liturgico simbolico - l'innalzamento di una croce per benedire i quattro angoli della chiesa e quindi del mondo, cioè l'intera umanità - fa assumere alla celebrazione il nome di "esaltazione universale". Alla croce si conferiscono due attributi: "preziosa" perché con il prezzo del sangue di Cristo è stata redenta l'umanità, "vivificante" perché ridà la vita in Dio all'uomo caduto nel peccato , per cui la morte è entrata nel mondo. Il Signore con la morte in croce ha distrutto la morte e a chi era nel sepolcro ha dato la vita.

L'origine della festa della Esaltazione della Croce è in relazione all'imperatore Costantino il Grande (273-337) e a sua madre Elena.

Alla vigilia dello scontro con il fratello Massenzio a Ponte Milvio, qui a Roma, Costantino ebbe una visione. Vide nel cielo una croce - egli non era ancora battezzato - con una scritta: "In hoc Signo vinces"("con questo Segno vincerai"). Egli vinse la battaglia e conquistò il potere. Fece allora ornare i suoi stendardi con questo Segno. Consolidò il suo potere. E dopo una ventina di anni di regno, inviò sua madre Elena a Gerusalemme, per visitare i luoghi santi, per ritrovare le memorie di Gesù Cristo e possibilmente la croce sulla quale era stato crocifisso. Il "Segno" che lo aveva portato alla vittoria.

Si pensava che la croce fosse stata sepolta durante i lavori di ingrandimento della città effettuati dall'imperatore Adriano. Nelle ricerche fatte su ordine di Elena, furono di fatto trovate tre croci. Quale era quella di Cristo? La pia leggenda racconta che il Patriarca del tempo Macario accostò una donna gravemente ammalata alle tre croci. Il contatto ad una delle tre la guari. Il popolo gridò al miracolo. Il Patriarca organizzò una processione e portò in chiesa la croce. Salì sull'ambone, che come è noto si trovava al centro della Chiesa. Sollevò la croce e benedisse il popolo e i quattro lati della Chiesa, i quattro punti cardinali, il mondo intero. Questo momento viene riprodotto nell'icona commemorativa del giorno. Da allora ogni anno nella stesa data si è ripetuta la celebrazione. La festa si è diffusa in oriente e in occidente. La croce infatti è il segno della redenzione dell'umanità.

L'esaltazione della Croce, per la Chiesa bizantina, è una delle 12 grandi feste e di solito si trova fra le icone dell'iconostasi per una perenne memoria visiva per chiunque entri in chiesa. L'innografia

 accomuna la Croce alla risurrezione di Cristo, perché dalla morte e dalla risurrezione di Cristo proviene la piena redenzione dell'uomo. Per questo l'inno tipico del giorno è:

 

"Venerando la tua Croce, o Signore

glorifichiamo anche la tua Risurrezione"

 

I tropari dell'Esperinòs chiarificano il simbolo della Croce e la sua realtà.:"La Croce esaltata"  indica "Colui che in essa è stato elevato". Inoltre essa costituisce un invito "a tutta la creazione a celebrare l'immacolata passione" di Gesù Cristo, perché "Eli ha ridato vita a noi che eravamo morti. Ci ha dato bellezza e ci ha reso degni di prendere cittadinanza nei cieli".

Il Kondàkion sintetizza, sotto forma di preghiera il senso della festa: "Tu che volontariamente sei stato innalzato sulla croce, per il glorioso e nuovo ordine delle cose che hai istituito, donaci le tue misericordie, o Cristo Dio nostro".

"La teofania della Coce è la manifestazione di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo pr tutti gli uomini". La Croce è segno primordiale della salvezza universale" (Tommaso Federici).

Il Doxastikon del vespro invita: "Venite, genti tutte, veneriamo il Legno benedetto per il quale si è realizzata l'eterna giustizia".

Eleuterio F. Fortino

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