A S. Benedetto Ullano, domenica 1 marzo 2009, è stato presentato il
volume . La manifestazione è stata
sponsorizzata dalla locale Parrocchia, dalla Pro loco e dall'Associazione
Pensionati. La manifestazione culturale che ha coinvolto cultori di storia di
diverse Comunità arbëreshe di Calabria si è svolta nel salone "Collegio
Corsini" nel palazzo stesso in cui ha avuto la sede lo storico Collegio degli
Albanesi di Calabria. Dopo il saluto dell'archimandrita Donato Oliverio, il convegno è stato moderato dalla dr.
Daniela Moccia.
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Aspetti storici
Gli aspetti storici sono stati sviluppati dal preside prof. Italo Sarro il quale ha messo in evidenza la necessità della ricostruzione storica degli arbёreshё su base documentaria soprattutto archivistica, proprio come ha fatto nel presente volume l'autrice M. F. Cucci, che nella seconda parte del volume pubblica per la prima volta ben 125 documenti dell'Archivio di Propagandi Fide di Roma, dell'Archivio della Congregazione per le Chiese Orientali, dell'Archivio Centrale dello Stato di Roma, dell'Archivio di Stato di Napoli e dell'Archivio Storico-diplomatico del Ministero Affari Esteri. Il relatore ha colto le istanze di turbamento nei rapporti interni del Collegio già nella fase di dimora a S. Benedetto Ullano (1732-1794), quando i rapporti tra i Rodotà e i successori del primo Vescovo-Presidente Felice Samuele non sono stati sempre dettati da coesistenza e tranquillità a causa di interessi di vario ordine. Ha colto anche i contrasti che hanno animato i rapporti tra i vescovi-presidenti del Collegio e i vescovi latini locali, in particolare l'arcivescovo di Rossano mons. Cardamone, che non nascondeva il progetto di latinizzare tutte le comunità arbёreshe che sorgevano nella sua diocesi.
Nella fase di presenza del Collegio a S. Demetrio Corone il relatore ha sottolineato le turbolenze causate dalla famiglia dei Lopez, che sotto pretese politiche nascondevano la sete di usurpazione dei beni del Collegio, arrivando a uccidere barbaramente il vescovo Francesco Bugliari.
La partecipazione attiva al movimento di unità nazionale di dirigenti del Collegio e di discenti ha attenuato la tensione per gli studi ecclesiastici e ha fatto pendere il baricentro verso la statalizzazione del Collegio stesso. Ci fu un braccio di ferro tra Stato e Chiesa che soprattutto dopo l'unità d'Italia si modificò in netto predominio del primo con la trasformazione dell'Istituto in Liceo statale. Venne interrotto l'insegnamento teologico, le Bolle clementine furono vanificate, il Collegio diventava altro da quel che era nelle intenzioni del fondatore. Ragioni interne e ragioni esterne avevano creato le premesse alla trasformazione dello spirito dell'Istituzione.
Dalle ceneri del Pontificio Collegio, che vedeva esaurita la sua funzione di seminario, di lì a poco, nel 1919, sarebbe sorta l'Eparchia di Lungro, che avrebbe inaugurato una nuova stagione.
Contributo alla cultura arbëreshe
Il prof. Italo C. Fortino ha parlato del ruolo culturale e del contributo dato dal Collegio all'affermazione dell'identità arbёreshe. Egli si è soffermato soprattutto sul VI Capitolo del volume, dove l'Autrice ha accennato agli elementi illuministici e romantici che hanno giocato un ruolo primario nelle scelte culturali degli operatori del Collegio. A questo proposito il relatore ha messo in evidenza i collegamenti tra esponenti del movimento illuministico e successivamente romantico ed esponenti illustri del Collegio, sottolineando anche l'esigenza che avevano gli arbёreshё di considerare il Collegio non solo come formazione del clero, ma come formazione anche della classe intellettuale, in assenza di altre istituzioni a favore della loro cultura.
Il sacerdote calabrese Antonio Jerocades, professore di Filologia all'Università di Napoli, crea un sodalizio con Pasquale Baffi, Angelo Masci, i vescovi Francesco Bugliari e Domenico Bellusci e con gli intellettuali della repubblica Partenopea, Mario Francesco Pagano, col medico e professore Domenico Cirillo e la scrittrice Eleonora Fonseca Pimentel.
I due citati vescovi-presidenti Bugliari e Bellusci sono stati, appunto, gli artefici della più grande riforma del Pontificio Collegio Corsini, che avrebbe portato all'affermazione della laicità dell'istituzione, quando diedero più spazio agli studi classici, rispetto a quelli filosofico-teologici, permettendo l'accesso a quanti fossero interessati a darsi una solida preparazione umana e classica. Si sviluppò all'interno del Collegio una corrente prima patriottico-illuministica e in continuità patriottico-romantica che ha visto crescere l'impegno politico-sociale (Pasquale Baffi, Angelo Masci, Agesilao Milano, Domenico Mauro, Attanasio Dramis ecc.) e politico culturale (Vincenzo Dorsa, Girolamo De Rada ecc.). Gli esponenti di spicco che si sono formati nel Collegio si possono, pertanto, classificare come intellettuali impegnati, intellettuali scrittori e intellettuali illuminati, senza una particolare distinzione tra laici ed ecclesiastici. I pochi tentativi, operati dai vescovi-presidenti, di riportare il Collegio allo spirito della bolla di fondazione, fallirono puntualmente; il De Rada, che avvertì quale fosse la direzione degli eventi, propose la separazione tra studi superiori di filosofia e teologia, destinati agli aspiranti sacerdoti, e gli studi classici destinati a tutti gli arbёreshё.
Il Fortino ha concluso dicendo che la pubblicazione della Cucci è la ricerca più aggiornata sul Pontificio Collegio Corsini per la ricchezza documentaria e per i risultati della tesi sostenuta.
Canti tradizionali
Il rev.prof. papàs Giovanni Cassiano ha illustrato l'insegnamento dei canti liturgici nel Collegio Corsini dove si è formata una tradizione locale parzialmente presente tuttora in diverse Comunità arbëreshe, compreso a S. Benedetto Ullano. La "Corale Santi Anargiri" di S. Cosmo Albanese ha eseguito una preziosa antologia di questi canti molto apprezzati.
Interventi e contributi
Dal folto e attento pubblico presente sono stati proposti diversi interventi che hanno sottolineato lo specifico della monografia quale ricostruzione storica puntuale e critica. L'editore Brenner ha segnalato il volume quale coronamento degli studi sul Collegio Corsini.
Hanno partecipato all'evento la prof. Anna Rodotà - che è intervenuta nel dibattito - e il Dr. Maurizio Rodotà, diretti discendenti della storica famiglia Rodotà.
Una informazione particolare è stata offerta da Italo Elmo il quale ha ritrovato: l'originale della prima bolla di fondazione Inter Multiplices, la Platea dei beni del collegio, e la pianta degli edifici che ospitarono l'istituto. Questo materiale costituirà l'oggetto di una sua prossima pubblicazione.
Creazione di un Museo?
La prof. Maria Franca Cucci nel suo intervento conclusivo ha avanzato una interessante proposta
Essa ha detto: "Infine vorrei formulare una proposta una proposta: questo luogo, che fu la sede del prestigioso Pontificio Collegio Corsini, insieme alla chiesa dedicata alla Madonna del Buon Consiglio, che ci collega anche all'Albania costituiscono per S. Benedetto Ullano una importante realtà storica da valorizzare e rivitalizzare. Sarebbe, perciò, altamente auspicabile la creazione di un museo storico, culturale e religioso. Rivolgo questo mio appello alle Istituzioni civili e religiose e all'intera Comunità di S. Benedetto Ullano. Con l'impegno e il contributo di tutti, insieme ad un pizzico di entusiasmo, penso che ogni progetto potrà realizzarsi" (Besa/Roma).
Il volume è acquistabile on-line sul sito dell'editore.