Un Censimento Storico Rivela la Precipitosa Erosione dell'Idioma Arbëreshe Tra i Giovani
L’arbëresh rischia di spegnersi. Ora il rischio è certificato dai risultati del primo censimento sulla diffusione della lingua arbëreshe e condotto dal Prof. Ferrari per l'Istituto Omnicomprensivo Arbëresh di Lungro. I risultati hanno rivelato una verità scomoda: la lingua dei nostri avi sta scomparendo tra le giovani generazioni. Su 571 alunni, solo 81 parlano arbëresh (14,2%). Un dato tremendo che dipinge un quadro desolante e impone una riflessione profonda.
Un Plauso al polo Arbëresh di Lungro e un richiamo a San Demetrio
Per la prima volta, un'indagine di tale portata ha fotografato la realtà linguistica del polo Arbëresh di Lungro comprendente le comunità di Acquaformosa, Civita, Firmo, Frascineto, Lungro, San Basile e Spezzano Albanese. Un territorio dove l'arbëresh ha risuonato per secoli, ma che oggi sembra soccombere all'assimilazione linguistica. Un plauso va alla direzione dell’Istituto Omnicomprensivo di Lungro per aver avuto il coraggio di affrontare questo tema spinoso. L'indagine, ha acceso i riflettori su una realtà che non possiamo più ignorare. E’ chiaro che ora è necessario che ulteriori azioni seguano ma non si può non rimarcare l’importanza e la portata di questo primo intervento che, anche su www.jemi.it , era stato più volte sollecitato. Fa specie che l’altro Istituto Omnicomprensivo Arberesh, quello di San Demetrio, non abbia partecipato a questa iniziativa. Perché? Un'assenza che lascia l'amaro in bocca, soprattutto in un territorio dove la lingua albanese è già in bilico.
Cifre Sconfortanti per tutti: tre fasi di erosione
I dati parlano chiaro: l'arbëresh è in pericolo di estinzione. Su 571 alunni solo 81 parlano arbëresh (14,2% del totale). Un patrimonio linguistico e culturale unico al mondo rischia di scomparire, portando con sé un pezzo della nostra identità. Eppure, mentre la lingua si spegne, le azioni concrete scarseggiano. Anzi, con le esigue forze umane ed economiche esistenti si continuano a sostenere progetti degli adulti per gli adulti, puntando quasi mai alle giovani generazioni, quelle che dovrebbero essere custodi del nostro idioma. Siamo al paradosso. Citiamo, ad esempio, gli innumerevoli viaggi in Albania. A chi servono?
L'analisi dettagliata per paese rivela un quadro ancora più allarmante. Civita e San Basile sono già due fortezze cadute, dove nessun bambino parla più arberesh. A Firmo, Frascineto e Spezzano, la lingua è in fase avanzata di rigetto, con solo pochi ragazzi in grado di interloquire. Lungro e Acquaformosa resistono, ma il declino è evidente: tra gli adolescenti l'uso dell'arberesh è ancora diffuso, ma tra i più piccoli cala vertiginosamente. Se non si interviene, anche per queste comunità il destino è segnato.
Serve un'inversione di rotta radicale che coinvolga tutti. Dobbiamo coinvolgere le famiglie, incentivarle a trasmettere l'arbëresh ai figli, farne uno strumento di comunicazione quotidiana. Le scuole devono diventare baluardi a difesa della lingua, promuovendone l'utilizzo e l'apprendimento, partendo dalle scuole dell’infanzia dove, paradossalmente, abbiamo tante maestre e maestri arbëreshë che spingono i piccoli a parlare in italiano. Proprio perché sino ad oggi poco è stato fatto, le strade da percorrere sono molteplici. Non perdiamo questa ultima occasione.