
Nei paesi arbëreshë sono completamente assenti questi esperimenti nonostante la lingua stia scomparendo. L'UNESCO ha verificato come l'insegnamento di materie curriculari in lingua madre, specie nei primi anni di scuola, sia uno degli strumenti migliori per la tutela della lingua. Non bisogna, quindi, insegnare la lingua arbëreshe nelle scuole ma bisogna utilizzare l'arbëreshe per le lezioni di materie curriculari come, ad esempio, la storia o la matematica. Il paradosso delle comunità italo-albanesi è che in quasi tutti i paesi le maestre e i maestri delle scuole materne e delle scuole primarie sono perfettamente capaci di parlare arbëresh ma evitano di utilizzarlo in ambiente scolastico. Per dare una notevole spinta alla tutela della lingua basterebbe che i nostri maestri (ma anche le suore e i sacerdoti) parlassero sempre in arbëresh e non in italiano ai nostri figli. Non servono finanziamenti per mettere in opera questo meccanismo di tutela. Basta svuotarsi delle ampollosità e complicazioni che ci stanno distruggendo e concentrarsi a fare cose semplici.
Così scrive l'UNESCO:
Tema del 2016: Istruzione di qualità, lingue per l’istruzione e risultati di apprendimento
Coerentemente con l’Obiettivo per lo Sviluppo Sostenibile sull’Istruzione (Obiettivo Quattro) dell’Agenda del 2030, il tema di quest’anno enfatizza l’importanza delle lingue adatte all’istruzione, generalmente lingue madri, nei primi anni di scuola. Queste facilitano l’accesso all’istruzione – promuovendo contestualmente l’equità – per gruppi di persone che parlano lingue minori e indigene, in particolare ragazze e donne; ciò eleva la qualità dell’istruzione ed i risultati di apprendimento ponendo l’accento sulla comprensione e la creatività, piuttosto che sulla ripetizione meccanica e la memorizzazione.
Le lingue, con tutto l’insieme di implicazioni che esse rappresentano per l’identità, la comunicazione, l’integrazione sociale, l’istruzione e lo sviluppo, sono di importanza strategica per le persone ed il pianeta.
La Giornata internazionale della Lingua Madre fu proclamata dalla Conferenza Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) nel novembre del 1999 (30C/62). Dal 2000 essa viene celebrata ogni anno per promuovere la diversità linguistica e culturale ed il poliglottismo.
La data intende commemorare il 21 febbraio 1952, in cui alcuni studenti furoni colpiti e uccisi dalla polizia a Dacca, la capitale dell’attuale Bangladesh, mentre manifestavano per il riconoscimento della loro lingua, il bengalese, come una delle due lingue nazionali dell’allora Pakistan.
Il 16 maggio 2007 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la Risoluzione A/RES/61/266 chiamò gli Stati Membri a “promuovere la conservazione e la salvaguardia di tutte le lingue usate dalle popolazioni del mondo”.
Nella stessa Risoluzione, l’Assemblea Generale proclamò il 2008 come Anno Internazionale delle Lingue per promuovere l’unità nella diversità e la comprensione universale attraverso il poliglottismo e il multiculturalismo.
Nella stessa Risoluzione, l’Assemblea Generale proclamò il 2008 come Anno Internazionale delle Lingue per promuovere l’unità nella diversità e la comprensione universale attraverso il poliglottismo e il multiculturalismo.
L’Anno Internazionale delle Lingue giunse in un momento in cui la diversità linguistica era incredibilmente minacciata.
Il linguaggio è essenziale per la comunicazione di ogni tipo; è proprio la comunicazione a rendere il cambiamento e lo sviluppo possibili nella società umana. Oggi usare — o non usare — taluni linguaggi può aprire una porta, o chiuderla, in diversi segmenti della società e in molte parti del mondo.
Il linguaggio è essenziale per la comunicazione di ogni tipo; è proprio la comunicazione a rendere il cambiamento e lo sviluppo possibili nella società umana. Oggi usare — o non usare — taluni linguaggi può aprire una porta, o chiuderla, in diversi segmenti della società e in molte parti del mondo.
Nel frattempo è maturata una coscienza sempre maggiore del ruolo vitale che le lingue giocano nello sviluppo: esse garantiscono la diversità culturale e il dialogo interculturale, rafforzano la cooperazione e conseguono un’istruzione di qualità per tutti, costruiscono società inclusive della conoscenza e conservano il patrimonio culturale, mobilizzano la volontà politica nell’applicare i benefici della scienza e della tecnologia al servizio dello sviluppo sostenibile.
Le lingue sono lo strumento più potente di conservazione e sviluppo del nostro patrimonio, tangibile ed intangibile. Tutte le azioni intraprese per promuovere la disseminazione delle lingue madri servirà non solo ad incoraggiare la diversità linguistica e l’istruzione multilingue, ma anche a sviluppare la piena consapevolezza delle tradizioni linguistiche e culturali attraverso il mondo e a stimolare la solidarietà, fondata sulla comprensione, la tolleranza ed il dialogo.
Sul sito delle Nazioni Unite è possibile visionare i documenti ufficiali e aggiuntivi relativi alla conservazione del patrimonio linguistico e culturale.
Per ulteriori approfondimenti sulle lingue in pericolo, visionare il sito dell’UNESCO e consultare la pagina dedicata.