BukuriaArberesheBukurìa arbëreshe, la manifestazione esterna della festa parrocchiale della Chiesa Cattolica di rito greco-bizantino del Santissimo Salvatore di Cosenza sita in Corso Plebiscito, ha invaso Corso Mazzini con i regali costumi della tradizione, segno di attaccamento, custodia e salvaguardia, di un patrimonio antico e prezioso, che ha portato nella città dei Bruzi, dove vivono oltre 5 mila arbresh, un assaggio del grande patrimonio della cultura albanese, tramite la bellezza dei giovani, che amano le loro origini e vogliono continuare a mantenerle vive … e, tra gli stupiti frequentatori di Corso Mazzini, è esplosa la gioia.

L’evento, svoltosi domenica 17 maggio di pomeriggio, ha avuto inizio nel Seminario Maggiore dell’Eparchia di Lungro, in via Paparelle, dove si formano i futuri preti arbresh che serviranno i fedeli nei paesi italo-albanesi della nostra Provincia e si adopereranno innanzitutto perché sia tenuta viva la fede cristiana, secondo l’antica tradizione bizantina, in un dinamico ed organico progresso. È seguita una breve processione con l’icona di Cristo Pantocrator verso la Chiesa del Santissimo Salvatore, posta in prossimità del luogo dove i due fiumi che attraversano Cosenza diventano un’acqua sola; e dalla comunità albanese è partito anche un accorato messaggio di accelerazione dei passi verso l’unità visibile dei cristiani.

All’uscita della Chiesa, necessaria e significativa la tappa al busto di Giorgio Castriota Skanderbeg, l’eroe albanese che per quasi 25 anni, nel corso del XV secolo, ha fermato l’avanzata turca verso l’Occidente cristiano; era palpabile la commozione di tutti i partecipanti a questa prima festa che la comunità parrocchiale albanese ha inteso proporre nella città capoluogo della provincia dove risiede il maggior numero di arbresh. Quasi 200 i componenti dei gruppi folk provenienti da: Acquaformosa, Cerzeto, Civita, Firmo, San Demetrio Corone, Santa Sofia d’Epiro, Vaccarizzo Albanese, accompagnati dai loro sacerdoti e, in alcuni casi, anche da amministratori, primo fra tutti il sindaco di Civita.

Significativamente il corteo è stato aperto dall’attore Carmelo Giordano che ha impersonato Skanderbeg, e  i tanti cosentini che hanno seguito e visto i bellissimi vestiti colorati delle comunità albanesi, hanno espresso il loro apprezzamento con convinti battimani e con sorrisi verso i più piccoli tra i partecipanti doverosamente abbigliati con i costumi tipici della gente arbresh.

L’animatore dell’iniziativa Papàs Pietro Lanza, nella veste di parroco e rettore del Seminario nonché di vicario generale dell’Eparchia di Lungro, a conclusione della serata ha ringraziato quanti hanno collaborato gratuitamente all’iniziativa rimandandoli alla prossima edizione di Bukurìa arbëreshe nel maggio del 2016. Ai partecipanti ha donato una copia dell’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium di Papa Francesco con l’invito e il compito di «essere testimoni della gioia del Vangelo, nei luoghi del quotidiano e – nello stesso tempo – di essere coltivatori di bellezza, in tutti i modi possibili, cercandola, seminandola e valorizzandola, nel posto dove si vive e per il tempo che è concesso di vivere sulla terra, in quanto la bellezza, che viene da Dio e conduce a Dio, è Dio stesso, che per mezzo di essa si diffonde e salva il mondo».

Strill.it

 

Bukurìa arbëreshe, la manifestazione esterna della festa parrocchiale della Chiesa Cattolica di rito greco-bizantino del Santissimo Salvatore di Cosenza sita in Corso Plebiscito, ha invaso Corso Mazzini con i regali costumi della tradizione, segno di attaccamento, custodia e salvaguardia, di un patrimonio antico e prezioso, che ha portato nella città dei Bruzi, dove vivono oltre 5 mila arbresh, un assaggio del grande patrimonio della cultura albanese, tramite la bellezza dei giovani, che amano le loro origini e vogliono continuare a mantenerle vive … e, tra gli stupiti frequentatori di Corso Mazzini, è esplosa la gioia.

L’evento, svoltosi domenica 17 maggio di pomeriggio, ha avuto inizio nel Seminario Maggiore dell’Eparchia di Lungro, in via Paparelle, dove si formano i futuri preti arbresh che serviranno i fedeli nei paesi italo-albanesi della nostra Provincia e si adopereranno innanzitutto perché sia tenuta viva la fede cristiana, secondo l’antica tradizione bizantina, in un dinamico ed organico progresso. È seguita una breve processione con l’icona di Cristo Pantocrator verso la Chiesa del Santissimo Salvatore, posta in prossimità del luogo dove i due fiumi che attraversano Cosenza diventano un’acqua sola; e dalla comunità albanese è partito anche un accorato messaggio di accelerazione dei passi verso l’unità visibile dei cristiani.

All’uscita della Chiesa, necessaria e significativa la tappa al busto di Giorgio Castriota Skanderbeg, l’eroe albanese che per quasi 25 anni, nel corso del XV secolo, ha fermato l’avanzata turca verso l’Occidente cristiano; era palpabile la commozione di tutti i partecipanti a questa prima festa che la comunità parrocchiale albanese ha inteso proporre nella città capoluogo della provincia dove risiede il maggior numero di arbresh. Quasi 200 i componenti dei gruppi folk provenienti da: Acquaformosa, Cerzeto, Civita, Firmo, San Demetrio Corone, Santa Sofia d’Epiro, Vaccarizzo Albanese, accompagnati dai loro sacerdoti e, in alcuni casi, anche da amministratori, primo fra tutti il sindaco di Civita.

Significativamente il corteo è stato aperto dall’attore Carmelo Giordano che ha impersonato Skanderbeg, e  i tanti cosentini che hanno seguito e visto i bellissimi vestiti colorati delle comunità albanesi, hanno espresso il loro apprezzamento con convinti battimani e con sorrisi verso i più piccoli tra i partecipanti doverosamente abbigliati con i costumi tipici della gente arbresh.

L’animatore dell’iniziativa Papàs Pietro Lanza, nella veste di parroco e rettore del Seminario nonché di vicario generale dell’Eparchia di Lungro, a conclusione della serata ha ringraziato quanti hanno collaborato gratuitamente all’iniziativa rimandandoli alla prossima edizione di Bukurìa arbëreshe nel maggio del 2016. Ai partecipanti ha donato una copia dell’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium di Papa Francesco con l’invito e il compito di «essere testimoni della gioia del Vangelo, nei luoghi del quotidiano e – nello stesso tempo – di essere coltivatori di bellezza, in tutti i modi possibili, cercandola, seminandola e valorizzandola, nel posto dove si vive e per il tempo che è concesso di vivere sulla terra, in quanto la bellezza, che viene da Dio e conduce a Dio, è Dio stesso, che per mezzo di essa si diffonde e salva il mondo».

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Bukurìa arbëreshe, la manifestazione esterna della festa parrocchiale della Chiesa Cattolica di rito greco-bizantino del Santissimo Salvatore di Cosenza sita in Corso Plebiscito, ha invaso Corso Mazzini con i regali costumi della tradizione, segno di attaccamento, custodia e salvaguardia, di un patrimonio antico e prezioso, che ha portato nella città dei Bruzi, dove vivono oltre 5 mila arbresh, un assaggio del grande patrimonio della cultura albanese, tramite la bellezza dei giovani, che amano le loro origini e vogliono continuare a mantenerle vive … e, tra gli stupiti frequentatori di Corso Mazzini, è esplosa la gioia.

L’evento, svoltosi domenica 17 maggio di pomeriggio, ha avuto inizio nel Seminario Maggiore dell’Eparchia di Lungro, in via Paparelle, dove si formano i futuri preti arbresh che serviranno i fedeli nei paesi italo-albanesi della nostra Provincia e si adopereranno innanzitutto perché sia tenuta viva la fede cristiana, secondo l’antica tradizione bizantina, in un dinamico ed organico progresso. È seguita una breve processione con l’icona di Cristo Pantocrator verso la Chiesa del Santissimo Salvatore, posta in prossimità del luogo dove i due fiumi che attraversano Cosenza diventano un’acqua sola; e dalla comunità albanese è partito anche un accorato messaggio di accelerazione dei passi verso l’unità visibile dei cristiani.

All’uscita della Chiesa, necessaria e significativa la tappa al busto di Giorgio Castriota Skanderbeg, l’eroe albanese che per quasi 25 anni, nel corso del XV secolo, ha fermato l’avanzata turca verso l’Occidente cristiano; era palpabile la commozione di tutti i partecipanti a questa prima festa che la comunità parrocchiale albanese ha inteso proporre nella città capoluogo della provincia dove risiede il maggior numero di arbresh. Quasi 200 i componenti dei gruppi folk provenienti da: Acquaformosa, Cerzeto, Civita, Firmo, San Demetrio Corone, Santa Sofia d’Epiro, Vaccarizzo Albanese, accompagnati dai loro sacerdoti e, in alcuni casi, anche da amministratori, primo fra tutti il sindaco di Civita.

Significativamente il corteo è stato aperto dall’attore Carmelo Giordano che ha impersonato Skanderbeg, e  i tanti cosentini che hanno seguito e visto i bellissimi vestiti colorati delle comunità albanesi, hanno espresso il loro apprezzamento con convinti battimani e con sorrisi verso i più piccoli tra i partecipanti doverosamente abbigliati con i costumi tipici della gente arbresh.

L’animatore dell’iniziativa Papàs Pietro Lanza, nella veste di parroco e rettore del Seminario nonché di vicario generale dell’Eparchia di Lungro, a conclusione della serata ha ringraziato quanti hanno collaborato gratuitamente all’iniziativa rimandandoli alla prossima edizione di Bukurìa arbëreshe nel maggio del 2016. Ai partecipanti ha donato una copia dell’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium di Papa Francesco con l’invito e il compito di «essere testimoni della gioia del Vangelo, nei luoghi del quotidiano e – nello stesso tempo – di essere coltivatori di bellezza, in tutti i modi possibili, cercandola, seminandola e valorizzandola, nel posto dove si vive e per il tempo che è concesso di vivere sulla terra, in quanto la bellezza, che viene da Dio e conduce a Dio, è Dio stesso, che per mezzo di essa si diffonde e salva il mondo».

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L’evento, svoltosi domenica 17 maggio di pomeriggio, ha avuto inizio nel Seminario Maggiore dell’Eparchia di Lungro, in via Paparelle, dove si formano i futuri preti arbresh che serviranno i fedeli nei paesi italo-albanesi della nostra Provincia e si adopereranno innanzitutto perché sia tenuta viva la fede cristiana, secondo l’antica tradizione bizantina, in un dinamico ed organico progresso. È seguita una breve processione con l’icona di Cristo Pantocrator verso la Chiesa del Santissimo Salvatore, posta in prossimità del luogo dove i due fiumi che attraversano Cosenza diventano un’acqua sola; e dalla comunità albanese è partito anche un accorato messaggio di accelerazione dei passi verso l’unità visibile dei cristiani.

All’uscita della Chiesa, necessaria e significativa la tappa al busto di Giorgio Castriota Skanderbeg, l’eroe albanese che per quasi 25 anni, nel corso del XV secolo, ha fermato l’avanzata turca verso l’Occidente cristiano; era palpabile la commozione di tutti i partecipanti a questa prima festa che la comunità parrocchiale albanese ha inteso proporre nella città capoluogo della provincia dove risiede il maggior numero di arbresh. Quasi 200 i componenti dei gruppi folk provenienti da: Acquaformosa, Cerzeto, Civita, Firmo, San Demetrio Corone, Santa Sofia d’Epiro, Vaccarizzo Albanese, accompagnati dai loro sacerdoti e, in alcuni casi, anche da amministratori, primo fra tutti il sindaco di Civita.

Significativamente il corteo è stato aperto dall’attore Carmelo Giordano che ha impersonato Skanderbeg, e  i tanti cosentini che hanno seguito e visto i bellissimi vestiti colorati delle comunità albanesi, hanno espresso il loro apprezzamento con convinti battimani e con sorrisi verso i più piccoli tra i partecipanti doverosamente abbigliati con i costumi tipici della gente arbresh.

L’animatore dell’iniziativa Papàs Pietro Lanza, nella veste di parroco e rettore del Seminario nonché di vicario generale dell’Eparchia di Lungro, a conclusione della serata ha ringraziato quanti hanno collaborato gratuitamente all’iniziativa rimandandoli alla prossima edizione di Bukurìa arbëreshe nel maggio del 2016. Ai partecipanti ha donato una copia dell’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium di Papa Francesco con l’invito e il compito di «essere testimoni della gioia del Vangelo, nei luoghi del quotidiano e – nello stesso tempo – di essere coltivatori di bellezza, in tutti i modi possibili, cercandola, seminandola e valorizzandola, nel posto dove si vive e per il tempo che è concesso di vivere sulla terra, in quanto la bellezza, che viene da Dio e conduce a Dio, è Dio stesso, che per mezzo di essa si diffonde e salva il mondo».

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