Vreshta"Dove c'è vigna, c'è civiltà."
Ermanno Olmi

Quando mi trovo in Arbëria*, quindi a casa, in questo periodo, non posso fare a meno di partecipare alla coinvolgente raccolta dell'uva, che è una vera e propria "Festa di Vendemmia", e, solitamente, si compie nella proprietà di un caro amico. Così è stato qualche giorno addietro. Come mia consuetudine, per catturare, in solitaria, la luce sono arrivato con largo anticipo nel nuovo vigneto, situato in un'alta collina, da dove, guardando a settentrione, si ammira tutta la catena appenninica che serra la Calabria dalla Lucania e, a nord-est, l'incantevole Baia degli Achei con il suo luminoso mare ionio, da dove, tanti secoli fa (XV sec.) arrivarono i profughi arbëreshë. Alle spalle della vigna vi è uno spettacolare castagneto, che fortunatamente resiste all'estirpamento, avvenuto per tanti altri, a causa della piantumazione di colture più redditizie, spesso non rivelate tali. Tanti erano gli appezzamenti di terreno ricchi di piante di castagni e si estendevano in tutta l'area circostante e oltre, occupando ampie zone. E questo è uno dei pochi rimasti, che conserva un profilo di paesaggio atavico, tipico di questi luoghi, i quali stanno cambiando la loro conformazione, a volte in bene, altre in peggio. Ammirare tale bosco, per me, è sempre emozionate, perché mi riporta nel tempo lontano della mia adolescenza, di quando, insieme con altri coetanei, si vagava al suo interno, in cerca di pregiati funghi e alla scoperta di piante e animali. Scrutandolo, mi è apparsa nella mente, ciò che scriveva, a proposito delle selve, Bernardo di Chiaravalle:

Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce t'insegneranno cose che nessun maestro ti dirà.

Addentratomi nel vigneto, organizzato a rittochino, ho subito notato che in alcuni filari a spalliera cantavano allegramente dei brillanti grappoli di Cabernet Sauvignon e, in altri, quelli di Magliocco, due vitigni originari dei Balcani; il primo dell'Epiro e il secondo, anche se non si conosce la zona esatta, sicuramente dalla Grecia e, quest'ultimo, ormai autoctono e re di questi territori e in tanti altri luoghi di produzione vinicola presenti in Calabria. Alcuni studiosi ritengono che il Cabernet sia il Kapnios, citato da Plinio il Vecchio, e il secondo termine Sauvignon, che viene dal francese sauvage, ed equivale all'italiano "selvaggio", sia stato aggiunto per distinguerlo dal Cabernet Franc. Tuttavia, secondo un’analisi genetica, tale vitigno non è altro che un incrocio spontaneo tra il Cabernet Franc (uva a bacca nera) e il Sauvignon Blanc (uva a bacca bianca). A parte ciò, questa vite è una tra le più straordinarie, soprattutto, perché è stata anche ben "addomesticata" e, infatti, d'accordo con quanto sostiene Roberto Cipresso, il quale, a ragione, afferma che per ottenere vitigni di un certo spessore è necessario addomesticarli, per un certo periodo. Ed è importante farlo con quelli autoctoni, sempre se necessitano tale trattamento, soprattutto per non introdurre altri alloctoni, che contribuiscono a far perdere l'identità di un prodotto tipico e anche del territorio.
Si ricorda che l'assemblaggio di Cabernet Sauvignon e Merlot (a volte, aggiungendo Cabernet Franc) crea il prestigioso Taglio Bordolese, e, ultimamente, utilizzato in quasi tutte le nazioni dove si pratica la viticoltura, nonché in alcune regioni della Penisola. E a questo punto è giusto menzionare che il Cabernet Sauvignon e il Cabernet Franc sono i vitigni responsabili degli eccellenti vini, prodotti in Toscana, denominati Super Tuscan, tra i quali il Tignanello, creato da Piero Antinori e Il geniale Maestro Giacomo Tachis, a base di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Pertanto, poiché il terreno, dove quest'amico ha impiantato il nuovo vigneto è simile a quelli presenti in Toscana, dove si producono i Super Tuscan, e di Graves in Bordeaux, ci auguriamo che, tra non molto, si potrà parlare di un vino Super Arbëresh! Sempre continuando a piantare vitigni a base di Magliocco, Gaglioppo, Greco, Malvasia ecc..

Mos Harro Kush Je!
(Non Dimenticare Chi Sei!)
Lucio Franco Masci

Grande e Santa Quaresima

Ka sënduqi...

Greci“Shpëtomi Kalivet”

La posta in gioco è molto alta, nulla va sottovalutato, la parentesi storica che viviamo rappresenta per noi arbëreshë il momento cui, “fare”, significa “non morire”.
L’odierno palcoscenico rappresen

...

ATTUALITÀ

Giovedì, Novembre 18, 2004 Luigi Boccia Chiesa e Religione 7027
Discorso pronunciato da S.E. il Card. Camillo...
Lunedì, Gennaio 23, 2006 Luigi Boccia Chiesa e Religione 10346
Secondo la tradizione, i territori dell’attuale...

LA LINGUA - GJUHA JONE

Domenica, Novembre 13, 2005 Luigi Boccia Grammatica 21744
Pagina in allestimento Seleziona la lettera dal menù qui accanto ==> .
Martedì, Marzo 07, 2006 Pietro Di Marco Aspetti generali 10572
E ardhmja e natës agimi. Ti e prite. E ardhmja e agimit dita e plotë. Ti e rrove. E ardhmja e ditës mbrëmja. Ti u krodhe në të. E ardhmja e mbrëmjes...