Si è appena conclusa la XXI assemblea di vescovi orientali d’Europa ospitata dall’Eparchia di Lungro. Qualche considerazione a margine di questo incontro.
- Si è certamente trattato dell’evento più complesso mai organizzato da un ente arbëresh. Cardinali del rango di Bagnasco e Sandri, il Nunzio Apostolico in Italia, Vescovi e sacerdoti provenienti da tutti i paesi europei per un numero complessivo che ha sforato le cento persone sono stati accolti con una organizzazione perfetta. Nonostante la difficile posizione geografica delle nostre comunità i prelati hanno visitato diverse chiese italo-albanesi (Lungro, Frascineto e San Demetrio) nel corso di quattro diverse occasioni. Il rispetto degli orari, il coinvolgimento di forze dell’ordine e la magnificenza delle celebrazioni hanno permesso a tutta l’Eparchia di ben figurare in un conteso internazionale di primo piano.
- L’assemblea ha avuto una copertura mediatica eccezionale. Quotidiani nazionali e agenzie di stampa di tutta Europa hanno dato notizia dell’evento. Il nome di Lungro e della nostra realtà ecclesiale ha trovato risonanza continentale. Tale risultato, se paragonato alla nostra dimensione, è veramente eccezionale.
- La logistica dell’evento, gli orari e il rispetto dei protocolli non hanno impedito agli ospiti di cogliere la vivacità e il calore umano degli arbëresh. Si leggeva negli occhi di tutti lo stupore nel vedere comunità tanto piccole quanto entusiaste e partecipi. Il merito di questo va ripartito tra tutti gli organizzatori che hanno saputo coinvolgere trasmettendo l’importanza di un simile evento.
- I giorni trascorsi hanno marcato le differenze con il resto della chiesa calabrese. Non si tratta solo di differenze rituali e culturali ma di diversità di ruolo. Se mai ce ne fosse stato bisogno, si è sottolineata la differente proiezione della nostra Eparchia che, pur calata nella realtà regionale in piena armonia, rappresenta un unicum e, come tale, le viene riconosciuto un ruolo primario.
- Il successo di questa iniziativa costituisce certamente una affermazione considerevole del nostro vescovo, Mons. Donato Oliverio. Portare a Lungro l’incontro annuale dei vescovi orientali non era scontato ed è stata una sfida, una scommessa per tutta la nostra comunità e, in modo particolare, per l’Eparchia che ha fornito una risposta eccezionale dimostrando di essere l’unico ente in grado di coordinare simili eventi. L’incontro tra i vescovi orientali d’Europa ha anche testimoniato come il nostro vescovo permetta all’Eparchia di Lungro e tutti gli italo-albanesi di avere un ruolo di rilievo in questo consesso internazionale. Per dimensioni dovremmo essere comparse e invece siamo tra i protagonisti, la nostra identità ci rende protagonisti. Tutti gli arbëresh dovrebbero essere orgogliosi di questo e prendervi esempio.
- Un'ultima considerazione riguarda le nostre comunità che hanno riservato, anche grazie alle amministrazioni comunali coinvolte, una accoglienza e calore umano fuori dal comune. Eppure una piccola nota negativa dobbiamo inserirla. Non c'è paese arbëresh, infatti, con strutture in grado di ospitare non solo eventi di simile portata ma, diciamolo, anche molto più contenuti e meno complessi. Se da un lato abbiamo la potenzialità per creare interessi che vanno anche oltre i confini nazionali, dall'altro i nostri paesi non sono ancora attrezzati per gestire l'ospitalità a questo livello. Speriamo che l'occasione del XXI incontro dei vescovi orientali d'Europa porti consiglio ai nostri sindaci, si tratta di una opportunità che non possiamo non cogliere.