Le comunità arbëreshe cono tutte costituite da piccoli paesi percorsi, in questi giorni, da preoccupazione e paura per il diffondersi del Coronavirus nelle regioni meridionali.
Al Sud siamo all'inizio dell'epidemia. I numeri aumenteranno drammaticamente e l'unico strumento che abbiamo è attenerci tutti alle indicazioni che ci sono state fornite dal governo. Tuttavia, nelle nostre piccole comunità il rischio non è percepito ancora nella sua gravità. Basta fare un giro nelle nostre piazze per rendersi conto di come in tanti minimizzano e pensano che a rispettare le regole debbano essere gli altri.
In questo momento i Comuni debbono svolgere il compito di controllo che loro spetta e occorre farlo in maniera scrupolosa. A dettare le regole sono altri, noi tutti abbiamo solo il dovere di rispettarle e farle rispettare secondo quanto previsto dall'ultimo decredo della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalle amministrazioni regionali.
Ricordiamo alcuni elementi previsti dal decreto:
- sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati.
- sono sospese tutte le manifestazioni organizzate, nonché gli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo, religioso e fieristico, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati; nei predetti luoghi è sospesa ogni attività;
- sono consentite le attività di ristorazione e bar dalle 6,00 alle 18.00, con obbligo, a carico del gestore, di predisporre le condizioni per garantire la possibilità del rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro di cui all’allegato 1 lettera d), con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione;
- sono consentite le attività commerciali diverse da quelle di cui alla lettera precedente a condizione che il gestore garantisca un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro;
- quarantena obbligatoria per chi viene dalle "zone rosse". La quarantena vale anche per le famiglie. Stare in quarantena significa non avere contatti diretti con nessuno. Bisogna rimanere chiusi a casa e non farvi entrare nessuno.
- E' vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o in luoghi aperti al pubblico.
E', inoltre, importante ancorchè difficile chiedere che bambini e ragazzi non giochino insieme in questo periodo.
Sottovalutare ora queste regole significa esporci a rischi ancora maggiori e per periodi più lunghi.