La tradizione bizantina odierna
mantiene per la festa di Natale il canto del kondàkion di Romano il Melode (secolo VI). In realtà ciò che è
rimasto in uso liturgico è il solo proemio
di un lungo inno, come lo chiama il
Melode nell'acrostico. In seguito questo genere innografico ha assunto il nome
di kondàkion. Si tratta di un genere
di prosa poetica ritmica, il cui proemio, oltre ad esporre il tema della festa,
nell'ultimo versetto indica il ritornello. L'intero inno veniva proclamato dall'ambone come catechesi liturgica.
.
Il
popolo ripeteva, dopo il cantore, alla fine di ogni strofa, il ritornello. In
quello dell'inno natalizio si ricorda la
nascita nel tempo e la preesistenza del Verbo incarnato, la dimensione
divino-umana di Gesù Cristo.
A Costantinopoli nella notte di Natale 516, o nell'anno seguente, i fedeli riuniti per la veglia nella Chiesa della Theotokos ascoltarono per la prima volta, subito dopo la lettura della pericope evangelica sulla nascita di Gesù Cristo, il kondàkion, di cui, Romano poi detto il Melode, aveva composto le parole e l'accompagnamento musicale. La composizione di 24 strofe è di ispirazione siriana. Il Melode nell'acrostico inserisce la firma dell'autore (Tou Tapeinou Romanou ho Ymnos, L'inno dell'umile Romano). Il proemio termina con un ritornello che il popolo ripete dopo ogni strofa, allo scopo di partecipare e memorizzare quel versetto che esprime il significato della festa celebrata. Una forma di catechesi liturgica. Il ritornello del kondakion di Natale è: "Piccolo bambino, l'Iddio prima dei secoli". Per noi è nato quale piccolo (nèon) bambino, Iddio eterno (pro aiōnōn). Il proemio canta:
{xtypo_quote}
Oggi la Vergine - genera il Trascendente (hyperoùsion)
E la terra la grotta - offre all'Inaccessibile (aprosìtō).
Gli angeli con i pastori - cantano inni di lode
I magi con la stella - si mettono in cammino,
è nato per noi
piccolo bambino, l'Iddio prima dei secoli"
{/xtypo_quote}
(Traduzione di Riccardo Maisano, Romano il Metodo, Cantici, 2 Tomi, Utet, Torino 2002).
Nel proemio si menzionano gli elementi presenti nella descrizione che gli evangeli fanno della nascita di Gesù: la Vergine, la grotta, gli angeli, i pastori, i magi, la stella. Il presepe è al completo. La nascita di Cristo è resa presente con il verbo "eghennēthē" (è nato).
Il clima, creato dai termini, dal ritmo e dalle immagini, è misterioso. I magi si mettono in cammino, una stella li guida dall'alto; i pastori cantano, assieme agli angeli, il cielo e la terra sono in comunione. Le contrapposizioni verbali accentuano la straordinarietà dell'evento. Una umile ragazza di Nazareth "genera" (tikti) il Trascendente (in greco il Soprasostanziale, hyperoùsion), l'evento si situa al di là delle leggi della natura; e la terra offre un misera gotta all'Inaccessibile. L'Inaccessibile celeste viene in una grotta che gli dona la terra. "Mystērion mega, Mistero grande", esclama la liturgia.
Il significato dell'insieme è spiegato dal versetto che introduce il ritornello: "Infatti per noi egli è nato". Riecheggia il Credo: "Per noi uomini e per la nostra salvezza si é incarnato e fatto uomo".
"Oggi" la Vergine genera. E' l'oggi liturgico. La liturgia ri-presenta, "rende-presente", con il suo mistero di salvezza, "oggi" ciò che ha avuto luogo una sola volta per sempre nella vita di Gesù Cristo.
Eleuterio F. Fortino
Roma, Natale 2008
S. Atanasio
Anno Paolino
Lectio Divina
Il p. prof. Giovani Odasso introdurrà alla lettura di S. Paolo e commenterà tre pericopi della lettera ai Romani sul tema "Essere cristiano": 7 febbraio, 7 marzo, e una nel mese di aprile 2009 (Coordinatore il diacono prof. Luigi Fioriti);
Altre Attività
L'annuale pellegrinaggio si farà il 17 maggio (Responsabili la prof. Maria Franca Cucci e la sig.ra Irene De Michele);
L'incontro con i battezzati in S. Atanasio si farà il 7 giugno (Responsabile l'ins. Agnese Jerovante);
"Il Pontificio Collegio Corsini degli Albanesi di Calabria - Evoluzione storica e processo di laicizzazione" (Brenner, Cosenza, 2007):
La pubblicazione di Maria Franca Cucci, sarà presentata al Circolo "Besa-Fede" nel gennaio 2009 da mons. prof. Giuseppe Maria Croce, dell'Archivio Segreto Vaticano e dal prof. Italo Costante Fortino dell'Università "L'Orientale" di Napoli (Coordinerà il prof. Domenico Morelli).
(Besa/Roma)
A Costantinopoli nella notte di Natale 516, o nell'anno seguente, i fedeli riuniti per la veglia nella Chiesa della Theotokos ascoltarono per la prima volta, subito dopo la lettura della pericope evangelica sulla nascita di Gesù Cristo, il kondàkion, di cui, Romano poi detto il Melode, aveva composto le parole e l'accompagnamento musicale. La composizione di 24 strofe è di ispirazione siriana. Il Melode nell'acrostico inserisce la firma dell'autore (Tou Tapeinou Romanou ho Ymnos, L'inno dell'umile Romano). Il proemio termina con un ritornello che il popolo ripete dopo ogni strofa, allo scopo di partecipare e memorizzare quel versetto che esprime il significato della festa celebrata. Una forma di catechesi liturgica. Il ritornello del kondakion di Natale è: "Piccolo bambino, l'Iddio prima dei secoli". Per noi è nato quale piccolo (nèon) bambino, Iddio eterno (pro aiōnōn). Il proemio canta:
{xtypo_quote}
Oggi la Vergine - genera il Trascendente (hyperoùsion)
E la terra la grotta - offre all'Inaccessibile (aprosìtō).
Gli angeli con i pastori - cantano inni di lode
I magi con la stella - si mettono in cammino,
è nato per noi
piccolo bambino, l'Iddio prima dei secoli"
{/xtypo_quote}
(Traduzione di Riccardo Maisano, Romano il Metodo, Cantici, 2 Tomi, Utet, Torino 2002).
Nel proemio si menzionano gli elementi presenti nella descrizione che gli evangeli fanno della nascita di Gesù: la Vergine, la grotta, gli angeli, i pastori, i magi, la stella. Il presepe è al completo. La nascita di Cristo è resa presente con il verbo "eghennēthē" (è nato).
Il clima, creato dai termini, dal ritmo e dalle immagini, è misterioso. I magi si mettono in cammino, una stella li guida dall'alto; i pastori cantano, assieme agli angeli, il cielo e la terra sono in comunione. Le contrapposizioni verbali accentuano la straordinarietà dell'evento. Una umile ragazza di Nazareth "genera" (tikti) il Trascendente (in greco il Soprasostanziale, hyperoùsion), l'evento si situa al di là delle leggi della natura; e la terra offre un misera gotta all'Inaccessibile. L'Inaccessibile celeste viene in una grotta che gli dona la terra. "Mystērion mega, Mistero grande", esclama la liturgia.
Il significato dell'insieme è spiegato dal versetto che introduce il ritornello: "Infatti per noi egli è nato". Riecheggia il Credo: "Per noi uomini e per la nostra salvezza si é incarnato e fatto uomo".
"Oggi" la Vergine genera. E' l'oggi liturgico. La liturgia ri-presenta, "rende-presente", con il suo mistero di salvezza, "oggi" ciò che ha avuto luogo una sola volta per sempre nella vita di Gesù Cristo.
Eleuterio F. Fortino
Roma, Natale 2008
S. Atanasio
Attività pastorali e culturali 2009
Il consiglio di Chiesa per la programmazione liturgica, pastorale e culturale della Comunità cattolica bizantina che frequenta la Chiesa di S. Atanasio, ha preso, tra l'altro, i seguenti orientamenti.Anno Paolino
Lectio Divina
Il p. prof. Giovani Odasso introdurrà alla lettura di S. Paolo e commenterà tre pericopi della lettera ai Romani sul tema "Essere cristiano": 7 febbraio, 7 marzo, e una nel mese di aprile 2009 (Coordinatore il diacono prof. Luigi Fioriti);
Altre Attività
L'annuale pellegrinaggio si farà il 17 maggio (Responsabili la prof. Maria Franca Cucci e la sig.ra Irene De Michele);
L'incontro con i battezzati in S. Atanasio si farà il 7 giugno (Responsabile l'ins. Agnese Jerovante);
"Il Pontificio Collegio Corsini degli Albanesi di Calabria - Evoluzione storica e processo di laicizzazione" (Brenner, Cosenza, 2007):
La pubblicazione di Maria Franca Cucci, sarà presentata al Circolo "Besa-Fede" nel gennaio 2009 da mons. prof. Giuseppe Maria Croce, dell'Archivio Segreto Vaticano e dal prof. Italo Costante Fortino dell'Università "L'Orientale" di Napoli (Coordinerà il prof. Domenico Morelli).
(Besa/Roma)