Titolo: "Processo del 1857 ai patrioti di S. Demetrio Corone, Macchia, S. Cosmo, Vaccarizzo, S. Giorgio"
Autore: Domenico Cassiani
Editore: Il Coscile
Autore: Domenico Cassiani
Editore: Il Coscile
Anno di pubblicazione: 2009
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L’attentato di Agesilao Milano contro Ferdinando II (8 dicembre 1856) ebbe come conseguenza non solo l’esecuzione capitale del mancato regicida, ma anche un’indagine ad ampio raggio, volta ad individuare eventuali complici della presunta congiura. Tra i primi obiettivi dell’inchiesta giudiziaria furono i patrioti delle comunità albanesi di S. Demetrio, Macchia, S. Cosmo, Vaccarizzo e S. Giorgio, con i quali il Milano fin dall’adolescenza, come alunno del Collegio di S. Adriano, era stato in contatto.
Contro costoro fu istruito un processo con l’accusa di “cospirazione contro la Sacra Persona del Re Nostro Padrone e contro la sicurezza interna dello Stato”. Con la sentenza del 14 maggio 1859 la Gran Corte Criminale di Cosenza constatava l’insussistenza delle prove e degli indizi, facendo così cadere l’azione penale contro i 26 imputati. In conclusione, il gesto di Agesilao Milano era stato frutto di una iniziativa personale che trovava la sua motivazione nella dura repressione dei moti del 1848 operata dai Borboni.
Domenico Cassiano, che nel suo assiduo e puntuale lavoro di storico ha in particolare messo a fuoco l’apporto degli arbëreshë alle lotte risorgimentali, pubblica nel presente volume il Compendio del processo sommario compilato dal Sotto Intendente di Polizia del Distretto di Rossano, seguito dall’interrogatorio dei detenuti, da cui risulta tra l’altro che negli anni precedenti amici di S. Giorgio e Vaccarizzo avevano protetto la latitanza del patriota sanbenedettese, allora perseguitato in base alla falsa accusa di aver attentato all’onore di una famiglia del suo paese.
La pubblicazione dei documenti occupa però solo l’ultima parte del volume (pp. 131-170). Nel resto lo storico, con l’acribia che lo contraddistingue, traccia un quadro esauriente delle premesse storiche, della personalità di Agesilao Milano, dell’attentato, della repressione e, soprattutto, del Collegio di S. Adriano, “cattedra di massime sovversive”. La polizia borbonica considerava questo Istituto “il maggior responsabile, sotto il profilo morale, della situazione di generale ostilità della popolazione albanese nei confronti del regime”. Questo giudizio è avvalorato dal poliziesco “Scrutinio dei maestri e convittori del Collegio italo-greco di S. Adriano”, opportunamente riportato in nota a p. 95.
Sempre valida sul piano storiografico, l’ultima fatica del Cassiano si propone anche come un’avvincente lettura, caratterizzata da un forte richiamo ai valori liberali e democratici, che saranno alla base delle ormai prossime celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Contro costoro fu istruito un processo con l’accusa di “cospirazione contro la Sacra Persona del Re Nostro Padrone e contro la sicurezza interna dello Stato”. Con la sentenza del 14 maggio 1859 la Gran Corte Criminale di Cosenza constatava l’insussistenza delle prove e degli indizi, facendo così cadere l’azione penale contro i 26 imputati. In conclusione, il gesto di Agesilao Milano era stato frutto di una iniziativa personale che trovava la sua motivazione nella dura repressione dei moti del 1848 operata dai Borboni.
Domenico Cassiano, che nel suo assiduo e puntuale lavoro di storico ha in particolare messo a fuoco l’apporto degli arbëreshë alle lotte risorgimentali, pubblica nel presente volume il Compendio del processo sommario compilato dal Sotto Intendente di Polizia del Distretto di Rossano, seguito dall’interrogatorio dei detenuti, da cui risulta tra l’altro che negli anni precedenti amici di S. Giorgio e Vaccarizzo avevano protetto la latitanza del patriota sanbenedettese, allora perseguitato in base alla falsa accusa di aver attentato all’onore di una famiglia del suo paese.
La pubblicazione dei documenti occupa però solo l’ultima parte del volume (pp. 131-170). Nel resto lo storico, con l’acribia che lo contraddistingue, traccia un quadro esauriente delle premesse storiche, della personalità di Agesilao Milano, dell’attentato, della repressione e, soprattutto, del Collegio di S. Adriano, “cattedra di massime sovversive”. La polizia borbonica considerava questo Istituto “il maggior responsabile, sotto il profilo morale, della situazione di generale ostilità della popolazione albanese nei confronti del regime”. Questo giudizio è avvalorato dal poliziesco “Scrutinio dei maestri e convittori del Collegio italo-greco di S. Adriano”, opportunamente riportato in nota a p. 95.
Sempre valida sul piano storiografico, l’ultima fatica del Cassiano si propone anche come un’avvincente lettura, caratterizzata da un forte richiamo ai valori liberali e democratici, che saranno alla base delle ormai prossime celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.