orientecristiano.jpgOriente Cristiano è la rivista ufficiale dell'Associazione Culturale Italiana per l'Oriente Cristiano. L'associazione è presieduta dall'Eparca di Piana degli Albanesi.
 

Indirizzo della redazione: P.zza Bellini, 3-90133 Palermo. Fax 091/363355+.
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{mospagebreak title=Primo quarantennio della rivista}
Riportiamo qui la presentazione del volume degli indici della rivista
"Oriente Cristiano", redatta da mons. Eleuterio F. Fortino, pubblicata come numero speciale (annate 41-42) di Oriente Cristiano per un quarantennio di attività (1961-2000):
 
     Dalla fase preparatoria del Concilio Vaticano II alla celebrazione del Grande Giubileo dell'anno 2000 la rivista "Oriente Cristiano", con perseveranza e attenta cura, ha informato sulla vita delle Chiese d'Oriente e del loro rapporto con Roma, nel nuovo clima creato dalle relazioni ecumeniche.

     Questa rivista trimestrale come organo dell'ACIOC (Associazione Cattolica Italiana per l'Oriente Cristiano) ereditava lo spirito delle Settimane Orientali che in Italia secondo le concezioni del tempo, avevano reso presente e promosso l'interesse fraterno per le Chiese d'Oriente. E' sintomatico che nel suo primo numero (1961) riporta il discorso che Giuseppe Maria Roncalli, allora Patriarca di Venezia e poi Papa con il nome di Giovanni XXIII, ha tenuto a Palermo per l'apertura della VII Settimana Orientale.

     Da quel tempo, pieno di entusiasmo anche se venato di incertezze, la rivista ha seguito la preparazione del Concilio, le reazioni tra le Chiese orientali, la celebrazione del Concilio, le sue decisioni, in particolare quelle che si riferivano all'ecumenismo e alle Chiese orientali (cattoliche ed ortodosse) e in seguito ha accompagnato lo sviluppo del dialogo cattolico - ortodosso, avendo come caratteristica l'attenzione alla storia, alle strutture, alla teologia delle Chiese d'Oriente e ugualmente non ha ignorato la vita interna delle singole Chiese (gerarchia, attività pastorale, vita liturgica, difficoltà in molti paesi per le complicazioni politiche, missione). La rivista è stata un atto di amore verso le Chiese d'Oriente.

     Adesso la direzione offre questa opportuna pubblicazione per una organica o occasionale, secondo le necessità, consultazione per mezzo di vari indici che costituiscono un repertorio facile ed efficace.

     Qui ci limitiamo a segnalare alcuni capitoli che ci sembrano costituire la spina dorsale della produzione della Rivista.

 

1.    Il Concilio Vaticano ii

 

Il Concilio Vaticano II, in realtà, è l'evento fondante della Rivista. E' sorta nel 1961, quando il Concilio era ancora in preparazione. Nei primi numeri del 1962 troviamo gli storici interventi di Giovanni XXIII come l'Allocuzione a conclusione della fase preparatoria (II, 2, 7-10), la Lettera Enciclica Poenitentiam Agere in preparazione al Concilio (II, 3, 8-9), e la Lettera Apostolica Magnifici eventus (III, 2, 23-30). Subito dopo l'elezione del nuovo Papa Paolo VI, vengono riportati i suoi appelli per l'unione (III, 3, 4-7) e i positivi echi della stampa ellenica al suo memorabile discorso di Grottaferrata (III, 3, 8-11). La Rivista segue gli eventi e commenta i documenti conciliari che hanno particolare relazione con l'Oriente. Informa sulle quattro sessioni, sul lavoro svolto e sulla presenza degli osservatori delle Chiese ortodosse e pre-calcedonesi. Riporta l'elenco di tutti gli Osservatori (V, 3, 83-86) e le ragioni perchè non li hanno inviati le Chiese di Gerusalemme, di Grecia e di Romania (V, 3, 86-90). Riporta il gesto di pace tra Roma e Costantinopoli con la decisione di condannare all'oblio le sentenze di scomuniche del 1054 (V, 4, 70-77) realizzato a chiusura del Concilio. Segnala gli atteggiamenti degli ortodossi nei confronti del Vaticano II (VII, 1, 87 e VI, 2, 10-18). Sono presentati i commenti, sulle decisioni del Concilio e i suoi documenti, di specialisti cattolici e ortodossi e di orientali cattolici come l'intervista del Patriarca Melkita Massimo IV (IV, 2, 24-26), o come l'articolo dell'ortodosso P. Evdokimov (Commenti ortodossi al «De Oecumenismo», V, 3, 90-93).

 

 

2.    Le Chiese d'Oriente

 

     Dato il suo interesse istituzionale, la Rivista si è particolarmente occupata delle Chiese d'Oriente, tanto delle Chiese ortodosse, quanto delle Chiese orientali cattoliche e di quelle bizantine in particolare.

 

     a)    Chiese ortodosse

 

     Interessata al dialogo la Rivista ha seguito la vita interna delle Chiese ortodosse, dal loro sviluppo storico alle strutture comuni e alle organizzazioni particolari di ogni singola Chiesa.

     Nei primi anni dalla rivista sono state presentate tutte le singole Chiese ortodosse (elementi storici, statistici, formazione culturale, attività pastorale); ha fatto seguito l'informazione sulla Chiesa ortodossa nel movimento ecumenico (VIII, 2, 2-10) e in particolare sul dialogo tra le Chiese ortodosse e la Chiesa cattolica (VIII 3, 2-13). Questa informazione è proseguita segnalando di tempo in tempo tutti i maggiori eventi tra cattolici e ortodossi, dall'incontro del Papa Paolo VI e Athenagoras I a Gerusalemme (1964) in poi e così anche i rapporti con le singole Chiese ortodosse (Costantinopoli, Russia, Romania, Grecia, Serbia, Gerusalemme, Albania, Creta ecc.) e quelli con le antiche Chiese d'Oriente, come si chiamano oggi quelle Chiese che nei documenti del tempo venivano indicate come pre-calcedonesi (copta, sira, etiopica, armena). Spesso vengono segnalati commenti puntuali come i rapporti tra la Santa Sede e la Chiesa patriarcale di Mosca (III, 4, 46-56), o le riflessioni sulle Chiese ortodosse dopo il Vaticano II (VI, 2, 10-18).

     La Commissione mista internazionale del dialogo teologico fra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa è stata seguita in tutto il suo lavoro, nei suoi risultati e nelle sue difficoltà. Vengono riportati i risultati raggiunti come il suo primo documento sul "Mistero della Chiesa e della Eucaristia alla luce del Mistero della Santa Trinità (XXII, 3, 11-20), il secondo su "Fede, Sacramenti e unità della Chiesa" (XXIV, 3, 6-15 e XXVII, 4, 31-35), il terzo su "Sacramento dell'Ordine e Successione apostolica" (XVIII, 3-4, 60-64). Una più ampia riflessione è stata data alle problematiche relative al quarto documento circa "L'uniatismo, metodo del passato e ricerca attuale della piena unità" (1993) con riflessioni sulle difficoltà di questo dialogo (XXX, 3, 3-9), nuove prospettive delle relazioni tra le Chiese orientali cattoliche e le Chiese ortodosse (XXXI, 4, 43-46 e XXXIII, 1-258-66).

     Per un vero dialogo è indispensabile la reciproca conoscenza. La Rivista ha curato una progressiva presentazione delle Chiese ortodosse nella loro vita liturgica, nella teologia, nella disciplina. Oltre a saltuari studi dettati dalle circostanze, vanno segnalati dei filoni che si riferiscono ai vari aspetti della vita ecclesiale. Merita il primo posto la liturgia e la vita sacramentale, vi si trovano riportati testi e commenti relativi all'iniziazione cristiana, alla liturgia eucaristica ai diversi sacramenti con riferimenti ad autori cattolici e ortodossi. Così sul battesimo (annate IV-V), sull'Eucaristia (annate V-VI), sulla penitenza (VI, 3, 33-46), sul matrimonio (annate VI-IX), sul sacramento dell'olio santo (annata X). Anche particolare interesse ha il Decalogo nella presentazione di Gregorio Palamas (annate XV-XXII).

     Anche il Diritto canonico delle Chiese bizantine ha ricevuto varie trattazioni (annate XXII-XXV) come questioni particolarmente importanti come il Concilio Ecumenico nel Diritto canonico ortodosso (XI, 1, 26-36).

     La rivista si è occupata non soltanto del diritto generale, ma anche del diritto particolare di singole Chiese come la legislazione ecclesiastica odierna della Chiesa ortodossa di Grecia (X, 1, 55-68; X, 4, 22-34; XIV, 4, 85-96) oppure dei rapporti fra Chiesa e Stato nel diritto civile ed ecclesiastico vigente in Grecia: (XI, 2, 63-75; XI, 4, 34-38). Non ha tralasciato di segnalare i principi di interpretazione del diritto e cioè il principio di "Oikonomia" e di "Akribeia" nella Chiesa ortodossa: (XII, 3, 101-112; XII, 4, 59-63; XIV, 1, 51-57).

     Ugualmente la rivista ha presentato singoli teologi ortodossi o con brevi monografie o per mezzo di recensioni delle loro opere (Palamas, Cabasilas, Trembelas; Staniloae, ecc.), ma anche brevi sintesi come quella sulla "Teologia greca odierna" (VI, 3, 2-25; VI, 4, 15-41; VII, 1, 14-48).

 

b)    Chiese orientali cattoliche

 

     Innanzitutto si presentano singolarmente le maggiori Chiese orientali cattoliche nella loro storia e nelle loro caratteristiche: la Chiesa Greco-Cattolica in Ucraina (XXXI, 4, 64-72); la singolare identità dei Melkiti (XXXIX, 3-4, 30-40); la Chiesa copta d'Egitto (VI, 2, 41-56) e così via. Si presenta in particolare il punto di vista della Chiesa cattolica nel Concilio Vaticano II e in seguito.

     Si incomincia dalla fase preparatoria del Concilio (II, 1, 12-17) per passare alle decisioni conciliari contenute nel decreto Orientalium Ecclesiarum (V, 1, 35-50 e XXVI, 4, 65). Si indagano in seguito aspetti della vita di queste Chiese come la loro fisionomia nel Concilio Vaticano II (XXIX, 3, 3-18) e il loro progresso proprio ed organico (XXVII, 4, 50-56) e le nuove istruzioni in campo liturgico (XXXVI, 3, 37-39). Si riflette pure sul concetto ecclesiologico e canonico di "Chiese Orientali"(XXX, 1-2, 45-53), sul concetto ecclesiologico e canonico di "Chiese Orientali" - Ecclesiæ sui iuris (XXX, 1-2, 45-53), sulle implicanze ecumeniche della Codificazione del Diritto delle Chiese Orientali cattoliche (XXVI, 1-2, 58-65) e sulle implicazioni ecumeniche delle stesse Chiese

Orientali cattoliche (XXXII, 2-3, 40-45 e XXXIV, 3-4, 57-59).

     Queste indicazioni essenziali fanno intravedere l'importanza della questione tanto per la vita interna di queste Chiese quanto per le relazioni con gli ortodossi.

 

3.    Relazioni fra cattolici e ortodossi

 

     Le relazioni di fraternità e il dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa è seguito dalla Rivista con puntualità: informa sui fatti, presenta commenti di cattolici e di ortodossi, riporta gli orientamenti delle autorità ecclesiastiche.

    

     Dopo la presentazione del Decreto sull'ecume-nismo che raccomanda il dialogo con queste Chiese, prendono l'avvio le informazioni che progressivamente seguono e commentano gli eventi, incominciando da parte ortodossa dalle Conferenze di Rodi (IV, 4, 2-5) per seguire passo passo le fasi del dialogo pervenendo anche a delle sintesi come quella sull'ecclesiologia nei documenti della Commissione mista di dialogo teologico tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa nei primi dieci anni della sua attività (XXXIII, 1, 5-38; XXXIII, 2, 3-34).

    

     Si presentano anche questioni teoriche riguardanti la ricerca della piena unità, come il concetto di comunione visibile tra le Chiese (XXX, 1-2, 3-1), la genesi storica dell'uniatismo (XXXVII, 3, 3-29) e il suo significato (XXXI, 4, 13-42) oppure le recenti evoluzioni "dall'esaurimento dell'uniatismo alla Santa Unione tra Chiese Sorelle" (XXXV, 3-4, 135).

 

     L'insieme delle vicende del dialogo sono accompagnate dagli orientamenti che vengono date dai Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II, così come dai Patriarchi Athenagoras, Dimitrios e Bartolomeo I. Delle relazioni fra cattolici e ortodossi la Rivista riporta i documenti, i gesti e i commenti.

4.        Orientamenti per l'azione ecumenica

 

     La promozione delle relazioni ecumeniche esige, da parte cattolica, la conoscenza e l'adesione ai principi cattolici per l'ecumenismo. Dopo la promulgazione del decreto del Concilio Vaticano II sull'ecumenismo Unitatis Redintegratio l'autorità della Chiesa cattolica è più volte intervenuta per dare norme, proporre orientamenti, suggerire iniziative.

     La Rivista ne segnala le più significative. Per l'applicazione di alcuni aspetti del decreto conciliare si offre una Guida alla lettura del «Direttorio Ecumenico» (II, 2, 5-30), indicazioni per la formazione di uno spirito ecumenico (XI, 1, 2-15), norme sulla "Intercomunione" (II, 3, 9-12), sui matrimoni misti tra Cattolici e Ortodossi (XV, 2, 2-11), sui Consigli di Chiese e Consigli Cristiani (XVI, 1, 2-12; XVI, 2, 25-33) e sul Nuovo Direttorio ecumenico della Chiesa cattolica (XXXIII, 2, 74-85).

     Affronta anche le questioni che generano tensioni, se non svolte in maniera leale come "l'evangelizzazione e l'ecumenismo" nei Paesi ortodossi (XXXIII, 1, 39-47), per cui si riportano "i principi e norme pratiche per coordinare l'azione evangelizzatrice e l'impegno ecumenico della Chiesa cattolica in Russia e negli altri Paesi della C.S.I" (XXXIII, 1, 48-57).

 

5.    La Chiesa italo-albanese

 

     Considerando il contesto ecclesiale da cui emana la Rivista, una consistente attenzione viene data alla realtà della tre Circoscrizioni Ecclesiastiche Bizantine in Italia (eparchia di Piana degli Albanesi che pubblica la rivista, l'eparchia di Lungro in Calabria e il monastero esarchico di Grottaferrata). Vengono presentati avvenimenti personali ed ecclesiali (nomina di vescovi, decessi di personalità, convegni, visite), riportati stralci di storia e di vita pastorale, iniziative ecumeniche. Si fa una necessaria precisazione sulla distinzione tra- italo-greci e italo-albanesi (VIII, 2, 45-80).

     Si presentano le tre circoscrizioni: l'eparchia di Piana degli Albanesi come "una Diocesi della Chiesa Italo-albanese" (XXI, 4, 96). Si informa sul trasferimento del vescovo Lupinacci all'eparchia di Lungro (XXVIII, 1-2, 88-90) al decesso del vescovo Giovanni Stamati (XXVII, 1, 77-79), sulla solenne chirotonia del vescovo Sotir di Piana degli Albanesi (XXVIII, 3-4, 75-86); sullo scambio di visite tra le Chiese di Sicilia, promosso da Piana degli Albanesi, e la Chiesa di Grecia (X, 3, 22-45 e XIII, 3-4, 16-50). Si riferisce sull'incontro del vescovo Ercole di Piana degli Albanesi con il Patriarca Ecumenico (XXVII, 4, 29-30).

     La Rivista presenta spesso aspetti rilevanti della storia degli Albanesi in Italia:

     L'eparchia di Lungro ha commemorato il 75° di istituzione (1919-1994 in XXXIV, 1-2, 58-64). Ha celebrato la sua prima Assemblea eparchiale (XXXVI, 4, 45-49 e XXXVI, 4, 47-49). Ha operato un sensibile recupero della tradizione bizantina in particolare nella liturgia e nell'iconografia (XXXIX, 2, 12-19), configurandosi come una Chiesa "fra tradizione e rinnovamento" (XXIX, 1-2, 34-39).

     Riporta le vicende storiche sulla diocesi di Piana (VIII, 2, 72-80). Fondata da emigrati albanesi (XXI, 4, 12-14). Eretta in eparchia (diocesi) nel 1937 (XXI, 4, 66-72). Alla storia ecclesiastica dell'eparchia di Piana degli Albanesi è dedicato un numero speciale (XXI, 4). Inoltre si riporta la storia dei seminari per gli Italo-Albanesi di Calabria (S. Benedetto Ullano) e di Sicilia (Palermo), informazioni sui vescovi ordinanti, su personalità rilevanti per questi eventi come p. Giorgio Guzzetta e il vescovo Felice Samuele Rodotà; personalità ecclesiastiche e letterarie delle due eparchie: Matranga, Chetta, Parrino, Guzzetta, Schirò, Varibobba, Rodotà, M. Bellusci il Filalete, i vari Bugliari ecc.

     Si informa particolarmente sul Seminario Greco - Albanese di Palermo e sulla figura del fondatore, il Servo di Dio p. Giorgio Guzzetta (XXVI, 3, 27-37). Si riflette pure sul "Ruolo ecumenico della Chiesa italo-albanese" (XVIII, 4, 157-180). Non è dimenticata la Badia di Grottaferrata che in tutto il secolo scorso ha avuto negli Italo-Albanesi l'elemento propulsore: anamnesi di avvenimenti storici nel venerabile monastero di S. Maria di Grottaferrata (XXVIII, 1-2, 54-57), come Badia greca (XXXIV, 1-2, 68-72), Monastero Esarchico (XXXVIII, 1-2, 50-52).

     Si ricordano nomi importanti di monaci come: "Don Sofronio Gassisi jeromonaco, studioso e promotore dell'ecumenismo" (XXXVI, 1-2, 45-55), p. Lorenzo Tardo e l'antica melurgia bizantina, p. Marco Petta e gli studi dei codici.

     Spesso sono segnalati problemi della vita interna di queste comunità come l'esigenza di un testo ufficiale albanese per la Liturgia (V, 3, 42-49); il problema di una catechesi con riferimento all'orientamento liturgico, disciplinare e spirituale bizantino (XXXII, 2-3, 46-50).

     Nel corso delle varie annate si trovano sottolineati elementi della vita comune di queste circoscrizioni, individuandone la caratteristica in "Una Chiesa orientale innestata nell'Occidente cattolico" (XXXIII, 3-4, 14-25). Vengono anche evidenziati gli "aspetti ecclesiologici della Chiesa italo-albanese"(XXXIV, 1-2, 3-25). E non vengono tralasciati due avvenimenti comunitari di particolare significato pastorale e ecclesiale.

     Il primo "Sinodo Intereparchiale (italo-albanese) di Grottaferrata" (VIII, 2, 74-75) e quindi "Il II Sinodo Intereparchiale della Chiesa bizantina cattolica in Italia" (XXXVI, 3, 37-39).

     Osservazione conclusiva

 

     La rivista nel cono di luce proiettato dal Concilio Vaticano II, situa gli eventi che hanno avuto luogo in questi 40 anni, segnalando naturalmente i più rilevanti, ma non tralasciando alcuni, per sé di minore importanza ma utili a far comprendere lo sviluppo della vita nelle singole Chiese orientali e le relazioni ecumeniche.

     Dall'insieme dei documenti, dei resoconti, delle cronache, delle recensioni e delle riflessioni storico-teologiche progressivamente emerge già un profilo storico di quasi mezzo-secolo che ha visto l'espandersi del maggiore evento intercristiano del secolo: il movimento ecumenico e in particolare le nuove relazioni fra cattolici e ortodossi (Besa/Roma).

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LA LINGUA - GJUHA JONE

Domenica, Novembre 13, 2005 Luigi Boccia Grammatica 23951
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Martedì, Marzo 07, 2006 Pietro Di Marco Aspetti generali 11008
E ardhmja e natës agimi. Ti e prite. E ardhmja e agimit dita e plotë. Ti e rrove. E ardhmja e ditës mbrëmja. Ti u krodhe në të. E ardhmja e mbrëmjes...