Premio-Campiello-2012-vince-Carmine-AbateCarmine Abate ha vinto la 50esima edizione del premio Campiello con il suo La collina del vento, edito da Mondadori. Lo scrittore calabrese ha ottenuto 98 voti sui 273 arrivati dalla giuria composta da lettori. "Dedico il Premio a mia moglie e ai miei figli", ha detto durante la cerimonia al teatro La Fenice.

"In questa edizione del cinquantenario la responsabilità di scrivere storie non solo intriganti ma impegnate come questa è ancora più grande. Otto anni fa sono arrivato terzo. Sono proprio felice", ha aggiunto. La sua è una storia che racconta cento anni di resistenza ai soprusi attraverso la saga di una famiglia calabrese, gli Arcuri, che su una collina dai molti misteri per più di un secolo assistono a nascite e morti, amori e ferite. "E' una famiglia rara, che ci fa sperare", ha  sottolineato Abate.

 

Carmine Abate è nato a Carfizzi, un paese arbëresh della Calabria. Emigrato da giovane ad Amburgo, oggi vive in Trentino. Come narratore ha esordito in Germania con Den Koffer und weg! (1984). Ha pubblicato due libri di racconti, Il muro dei muri (1993) e Vivere per addizione e altri viaggi (2010), la raccolta di “poesie & proesie” Terre di andata (1996 e 2011), il saggio I germanesi (1986 e 2006) con Meike Behrmann e i seguenti romanzi: Il ballo tondo (1991), La moto di Scanderbeg (1999), Tra due mari (2002), La festa del ritorno (2004), Il mosaico del tempo grande (2006) e Gli anni veloci (2008). I suoi libri sono tradotti in Francia, Stati Uniti, Germania, Olanda, Grecia, Portogallo, Albania, Kosovo e in corso di pubblicazione in arabo.

La collina del vento Impetuoso, lieve, sconvolgente: è il vento che soffia senza requie sulle pendici del Rossarco, leggendaria, enigmatica altura a pochi chilometri dal mar Jonio. Il vento scuote gli olivi secolari e gli arbusti odorosi, ulula nel buio, canta di un antico segreto sepolto e fa danzare le foglie come ricordi dimenticati. Proprio i ricordi condivisi sulla “collina del vento” costituiscono le radici profonde della famiglia Arcuri, che da generazioni considera il Rossarco non solo luogo sacro delle origini, ma anche simbolo di una terra vitale che non si arrende e tempio all’aria aperta. Così, quando l’archeologo trentino Paolo Orsi sale sulla collina alla ricerca della mitica città di Krimisa, gli Arcuri cominciano a scontrarsi con l’invidia violenta degli uomini, la prepotenza del latifondista locale e le intimidazioni mafiose.

Un romanzo dal ritmo serrato, che parte da Alberto, il tenace patriarca, agli inizi del Novecento, passa per i suoi tre figli soldati nella Grande Guerra e per tutte le sue donne, e giunge fino a Umberto Zanotti-Bianco, all’affascinante Torinèsia e all’ultimo degli Arcuri, uomo dei nostri giorni che sceglie di andare lontano. La collina del vento è la saga eroica di una famiglia che nessuna avversità riesce a piegare, che nessun vento potrà mai domare.

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Domenica, Novembre 13, 2005 Luigi Boccia Grammatica 21744
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E ardhmja e natës agimi. Ti e prite. E ardhmja e agimit dita e plotë. Ti e rrove. E ardhmja e ditës mbrëmja. Ti u krodhe në të. E ardhmja e mbrëmjes...